domenica 21 febbraio 2016

REFLUSSO GASTROESOFAGEO

Il reflusso gastroesofageo è una condizione caratterizzata da ripetuti episodi di risalita del contenuto gastrico verso l'esofago, patologico se influisce con lo stato di benessere. Normalmente esiste una barriera anatomica che impedisce al cibo di risalire nell'esofago. Questa barriera principalmente è costituita dallo sfintere esofageo inferiore una specie di valvola che si chiude dopo l'ingestione del cibo e il diaframma che aiuta dal di fuori il lavoro dello sfintere. Nelle persone con reflusso si assiste ad un rilasciamento transitorio e prolungato (circa 10 /30 secondi) dello sfintere esofageo inferiore con risalita dallo stomaco di fattori lesivi : acido gastrico principalmente, ma a volte anche acidi biliari, pepsina ed enzimi pancreatici. Alcune anomalie anatomiche come l’ernia iatale possono contribuire alla comparsa del disturbo: l’ernia iatale si verifica quando la parte superiore dello stomaco e la relativa valvola si spostano sopra il diaframma, la parete muscolare che separa lo stomaco dal petto. In condizioni normali il diaframma aiuta la valvola ad evitare che l’acido risalga nell’esofago, ma quando è presente un’ernia iatale il reflusso acido può verificarsi più facilmente.Un' altra anomalia consiste nella mancanza di un efficiente peristalsi (movimento dell'apparato digerente che porta il cibo verso il basso). Altri fattori che contribuiscono al reflusso sono: obesità, gravidanza, fumo.Quando diventa un disturbo cronico, presentandosi più di due volte alla settimana, si parla di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).
I sintomi principali sono la pirosi o bruciore che risale dallo stomaco verso il torace e rigurgito acido che risale fino in gola o nella cavità orale. Si associano anche sintomi come il gonfiore addominale post-pranzale, rallentamento dello svuotamento gastrico. Esistono anche sintomi atipici che si manifestano soprattutto con dolori retro sternali, tosse secca cronica o raucedine, asma. Il reflusso gastroesofageo può colpire persone di tutte le età, ma è più frequente dopo i 50 anni.
La complicanza più frequente è dovuta al fatto che la mucosa dell’esofago non è biologicamente programmata per resistere all’azione irritativa degli acidi gastrici, perché non dovrebbe mai venirne a contatto se non sporadicamente. Ma quando il rigurgito, avviene quotidianamente, alla fine si crea l’esofagite, l’infiammazione della muscosa esofagea. Questa infiammazione cronica porta a lesione dei tessuti dell'esofago e crea delle cicatrici che possono portare ad una stenosi (restringimento) dell’esofago, che rende difficile la deglutizione. Un'altra complicanza è l'esofago di Barret cioè la presenza di mucosa intestinale specializzata che ha sostituito la normale mucosa esofagea a livello della giunzione esofago-gastrica. Questa complicanza può portare alla formazione di tumore all'esofago.


Alcune modificazioni nello stile di vita possono notevolmente migliorare i sintomi e tenere sotto controllo il reflusso :
1 – Consumare pasti piccoli e frequenti 5/6 pasti piccoli sono da preferire rispetto a 3 pasti di grande volume.
2- Evitare di saltare i pasti.
3- Evitare il fumo di sigaretta.
4- Evitare abiti troppo stretti.
5 – Mantenere una postura eretta durante e dopo i pasti.
6 - Evitare di sdraiarsi per almeno 3 ore dopo un pasto.
7 – Lasciar passare almeno 1-2 ore prima di fare attività fisica.
8 – Perdere peso se necessario
9 – Mangiare in modo tranquillo masticando a lungo
10 – Alzare la testa del letto di 15/20 cm.
11 - Evitate cibi e bevande che peggiorano i sintomi.
Ci sono dei cibi che causano una diminuzione della pressione dello sfintere, aumentano la secrezione acida gastrica o irritano la mucosa esofagea:
  1. Arancia e succo d’arancia
  2. Cipolla,aglio e cannella
  3. Limonata come bibita gasata e tutte le bibite gasate
  4. Pompelmo e succo di pompelmo
  5. Mirtilli
  6. Pomodori alimenti a base di pomodoro, come sugo per la pasta ed altre salse, chili e pizza.
  7. Cibi piccanti
  8. Purè di patate
  9. Patate fritte
  10. Patate in insalata
  11. Cioccolato
  12. Caramelle
  13. Patatine in busta
  14. Biscotti al burro
  15. Biscotti al cioccolato
  16. Frittelle
  17. Condimenti grassi
  18. Spalla di manzo
  19. Lombo di manzo
  20. Pollo fritto
  21. Pesce fritto
  22. Pasta con formaggio
  23. Panna acida
  24. Gelato
  25. Formaggio molle fresco
  26. Liquori
  27. Vino
  28. Caffè
  29. Gomme da masticare
  30. Cibi troppo freddi o troppo caldi


UN' ALTRO PUNTO DI VISTA
Se avete letto sopra avrete capito che normalmente la funzione dell'esofago è quella di mandare il cibo masticato detto bolo verso lo stomaco. Qui il cibo viene elaborato e ulteriormente sminuzzato per essere mandato verso l'intestino per essere assorbito. Nel reflusso gastroesofageo invece assistiamo ad un fuoco di ritorno: dallo stomaco c’è qualcosa che, durante il processo digestivo, torna prepotentemente indietro come se il cibo non volesse scendere giù, come se lo stomaco utilizzasse questa sintomatologia come un atteggiamento oppositivo nei confronti di qualcosa che non vuole ingerire e non vuole far passare nell’intestino dove questa sostanza verrà assorbita. Accade quindi qualcosa di molto simile ad una polemica da parte del nostro stomaco, che “si vuole far sentire”, che sfiamma verso l’alto, come a dire “quello che mi avete mandato giù e che io devo lavorare non va bene”. Insomma qualcosa che ci rifiutiamo di elaborare, di digerire e di assimilare.

RIMEDI NATURALI
Per alleviare i disturbi si può ricorrere a dei metodi naturali :
  • I fermenti lattici non gastro resistenti che agiscono già nell'esofago e nello stomaco
  • Il succo di cavolo ha azione cicatrizzante se sopportate il sapore ( meglio mischiarlo magari con qualche carota), berne da 3 a 5 bicchieri al giorno. Occorre un estrattore di succo o una buona centrifuga.
  • Dalla macrobiotica il brodo di: Kuzu (alga in polvere), shoyu (salsa di soia), umeboshi ( prugne fermentate nel sale). Ingredienti : 1 tazza di acqua, 1 cucchiaino di kuzu in polvere da sciogliere in una tazzina da caffè di acqua fredda, 1 prugna umeboshi privata del nocciolo o un cucchiaino di purea. Preparazione : schiacciare l'umeboshi in un pentolino aggiungere il kuzu precedentemente sciolto e l'acqua, portare a ebollizione e dopo 2 minuti unire il shoyu. Bollire ancora 2 /3 minuti bere caldo non bollente al mattino o mezz'ora prima di cena tutti i giorni durante la fase acuta e bere ogni tanto come mantenimento.
  • Fitoterapia. Ci sono diverse erbe con azione lenitiva, antinfiammatoria, cicatrizzante :
  • Liquirizia, Glycyrrhiza glabra – antinfiammatoria, antisecretiva, cicatrizzante, protettiva della mucosa. Sconsigliata per chi soffre di pressione alta.
  • Olmaria, spirea ulmaria – normalizzante dell'acidità gastrica, lenitiva e protettiva delle mucose.
  • Altea, althaea officinalis – lenitiva, emolliente, antinfiammatoria, cicatrizzante.
  • Aloe vera, Aloe barbadensis – antinfiammatoria, antiulcerativa, cicatrizzante. Sottoforma di gel perché il succo può peggiorare i sintomi.
  • Calendula, Calendula officinalis – cicatrizzante, riepitellizante, antinfiammatoria.
  • Shatavari, Asparagus racemosus – antiulcerativa, emolliente.
  • Centella, Centella asiatica – antiulcerativa, riepitelizzante, adattogena.
  • Amalki, Emblica officinalis – emostatica, antiossidante.
  • Scutellaria, Scutellaria sp – sedativa, tonico-nervina, antispastica.
  • Uncaria, uncaria tomentosa – adattogena, antiossidante, antinfiammatoria, antimicrobica.
  • Melissa, Melissa officinalis – sedativa, antidepressiva, antispastica.
  • Genziana, Gentiana lutea – digestiva, procinetica
  • Cicoria, Cichorium intybus – coleretica, digestiva, procinetica.
  • Zenzero, Zingiber officinalis – digestiva, spasmolitica, antinfiammatoria, carminativa.


    Le informazioni riportate non si sostituiscono al parere del medico o dello specialista che è sempre opportuno consultare in caso di disturbi.

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